Il test di usabilità è il metodo tradizionale per rilevare le principali criticità di un prodotto o un servizio. È una tecnica che prevede il coinvolgimento diretto di dieci potenziali utilizzatori e di un team di esperti. Prevede un piccolo investimento che è stato ulteriormente ridotto nella versione test agile, che garantisce gli stessi risultati in minore tempo.
Perché si utilizza?
Con un test tradizionale si analizza un’interfaccia individuando i problemi di usabilità che penalizzano l’esperienza di utilizzo. Si identificano quali sono gli ostacoli che impediscono agli utenti di utilizzare un prodotto o servizio e si calcolano gli indici di efficacia ed efficienza. A differenza del test agile, che può essere utilizzato anche sui prototipi, il test tradizionale si esegue su interfacce già finite. Questo perché è importante calcolare i tempi di esecuzione di ogni compito della task list, dall’inizio alla fine.
Come si fa?
La preparazione di un test di usabilità tradizionale è simile a quello di un test agile, mentre l’analisi richiede più tempo:
- inizialmente si concordano le due giornate e il luogo in cui si svolge il test
- successivamente si reclutano i dieci partecipanti, cercando di coinvolgere delle persone con un profilo abbastanza ampio e generico. Gli appuntamenti dovranno essere fissati nelle due giornate, distanziati di un’ora circa
- nel frattempo si prepara la task list, ossia un elenco di compiti che i partecipanti dovranno eseguire con l’interfaccia. I compiti richiesti dovranno essere brevi e semplici, come ad esempio: iscriviti al portale, acquista un prodotto etc.. Normalmente la task list si compone con una decina di task, un numero che garantisce la valutazione dell’interfaccia lasciando al partecipante il tempo necessario per completare l’attività e lasciare i propri feedback
Nei giorni di svolgimento del test:
- si prepara la sala con l’attrezzatura necessaria per il test
- si accolgono i partecipanti, che arriveranno individualmente nell’orario concordato. Il test si svolge in una sala con la presenza di un facilitatore. Quest’ultimo ha il compito di affiancare il partecipante durante l’intera attività chiedendo di eseguire le azioni contenute nella task list. La sua funzione è quella di invitare i partecipanti a parlare ad alta voce (think aloud protocol), mentre utilizzano l’interfaccia. In questo modo è possibile raccogliere le prime impressioni, i feedback e le sensazioni altrimenti non rilevabili
- terminate le due giornate di test con i partecipanti, inizia l’analisi dei video
L’analisi dei video:
al termine dell’attività, si analizzano i video calcolando i tempi di esecuzione, il numero di errori e la correttezza di ogni compito. In questo modo si avranno gli indici di efficacia ed efficienza, e la lista delle problematiche in ordine di priorità.
Cosa si ottiene?
Con un test di usabilità si ottiene l’analisi dell’interfaccia in termini di efficacia ed efficienza, completa di un elenco di indicazioni relative ai problemi individuati.
Riferimenti
- Don’t Made Me Think – Steve Krug
- Web Usability 2.0 – Jakob Nielsen